domenica 11 luglio 2010

Pizzo Badile

Celebrazione del 125°
Posa della targa in onore di Molteni e Valsecchi



73 anni dopo la tragedia di Molteni e Valsecchi, i due giovani alpinisti comaschi, soci CAO, che morirono in vetta dopo aver salito (tra i primi) la parete nord-est del Badile, il CAO ritorna e celebra il suo 125° di fondazione, con la posa di una targa in memoria.

La volontà di celebrare degnamente il 125° anno e la memoria dei due giovani e sfortunati alpinisti del CAO, ha portato mesi fa alla decisione di salire in vetta per posare una targa. Ed ecco partire la macchina: il Presidente Erio ha fatto fare la targa ed il Gruppo Alpinistico, guidato dall’Antonio, ha organizzato la salita e la posa.

Così ci siamo trovati in 10 a salire la normale al Badile, facile rispetto alla nord-est, ma non facile in relazione ad altre normali …..

Sabato partenza e salita al Rifugio Gianetti nella bella e selvaggia Val Porcellizzo: salita resa faticosa dal gran caldo … anche se mitigata dalle frequenti cascatelle e torrentelli (che spettacolo le cascate della valle, ricca di acque dai nevai e dalle piogge !). Un gruppetto di ritardatari …. non è riuscito a scansare il temporale serale … poco male, sono saliti al fresco!

Rifugio pieno, ottima cena, a letto presto!

Il giorno successivo, partenza alle 6 verso la normale al Badile, una bella via di roccia di II e III grado. Poco prima di metterci in cordata il Marcello è scivolato sulla neve …. piccola caduta, qualche escoriazione: sembrava tutto passato, ha iniziato a salire di gran lena, poi si ricrederà!

3 cordate veloci e 2 un po’ più lente … ma ci siamo trovati tutti in vetta, posata la targa, ammirato il panorama reso stupendo dal tempo sereno. Ci siamo messi poi in comunicazione telefonica con il gruppo degli escursionisti al Piz Nair per mezzo del Presidente Erio: targa posata, si può scendere! (se no …..?)

La discesa è stata lunga …. eravamo in 10 e fare 6 o 7 doppie ci è voluto del tempo, forse troppo, ma il cielo limpido e la mite temperatura ci hanno portato ad una certa rilassatezza che … ogni tanto non fa male ! (non dovevamo certo timbrare cartellini!).

Alla fine siamo scesi, tardi, ma soddisfati di ciò che è stato fatto: un segno indelebile del CAO su una delle più prestigiose vette, il ricordo al giusto onore dei due giovani alpinisti, una bella ascensione…. Anche se il povero Marcello si è accorto di un certo dolore alla mano causato dalla caduta del mattino ….dolore che si è trasformato poi, in ospedale, nella certezza di una frattura scomposta!

A lui va tutta la nostra solidarietà, per la sfortuna caduta e per aver portato a termine il compito pur in presenza di un certo dolore alla mano ….

Giorgio



Sera, in rifugio

mattino, verso la parete sud

In salita verso la vetta


La targa posata in vetta

Il gruppo di punta

sosta nelle doppie di discesa

In discesa

domenica 4 luglio 2010

Domes de Miage


Traversata d'alta quota nel Gruppo del Bianco

Nessuno si aspettava sconti per questa gita alpinistica, che già per la distanza da percorrere in auto si presentava impegnativa. E così infatti è stato fin dal primo giorno, con salita al rifugio Des Conscrits in ben 5 ore e zaini pieni sulle spalle: inclusi qualche sali-scendi ben 1500m di dislivello! Gli ultimi cento metri addirittura sotto la pioggia, per chi ancora non avesse capito che essere allenati qui è un obbligo. Per il resto un paesaggio verde e stupendo, una zona pulita e all’ombra di bianchi giganti che ci avrebbero regalato immagini da ricordare. Il rifugio Des Conscrits, a m. 2580, risulta accogliente, moderno e pulito; la cena è abbondante e dona ristoro alle nostre membra, affaticate dalla lunga salita del giorno. Siamo rincuorati dalle previsioni meteo e il gruppo cancella gli ultimi dubbi sulla riuscita della salita tra le ultime birrette che girano sul tavolo prima del coprifuoco. La sveglia è alle prime ore della notte, la partenza dal rifugio alle 4.15am. Tutti paiono in forma e la colonna avanza spedita, superando di volta in volta i gruppetti dei più mattinieri. Presto arriviamo ai piedi del primo salto del ghiacciaio di Trelatete, dove ci raggruppiamo e indossiamo i ramponi. Cordate fatte e via su, fino al pianoro di ghiaccio che ci mostra la salita al colle, alle prime luci dell’alba, mentre l’ambiente circostante ci infonde energia per salire al Col de Miage. Dai primi passi già si intuisce quella che sarà una traversata che rimane unica per la bellezza delle sue creste che si stagliano sopra le verdi valli del Montjoie. La gita prosegue con le cordate che si allungano lungo il percorso panoramico, ognuna con il suo passo, tra una cima e l’altra dei Dome, per ritrovarci infine di nuovo al rifugio. Goduto riposo per tutti sulla cima de Berangere, dopo l’ultimo salto di quota, tra rocciette e neve instabile, per correre poi giù dritti al rifugio. Bravi tutti e via con la birra o il panino ristoratore, a chiudere una di quelle gite che portano sempre a dire: "ne valeva proprio la pena".

Alberto